MILTOS MANETAS FLOATING STUDIO/COLLEGAMENTI

Si intitola Miltos Manetas – Floating Studio/Collegamenti, la mostra allestita presso la Andrea Nuovo Home Gallery dal 25 Marzo al 24 Giugno 2022, in via Monte di Dio 61, a Napoli. A cura di Massimo Sgroi, il progetto espositivo di Miltos Manetas (Atene, 1964) è una ricerca introspettiva del tempo perduto, in cui il pittore e artista multimediale rivisita gli accadimenti e i lavori del suo passato realizzati a partire dal 1992.

Ispirato dal libro “Neuromante” (1984) di William Gibson, in cui l’autore racconta il cyberspace, il cyberpunk e quello che oggi definiamo Metaverso, in questo progetto l’artista smuove il suo tempo in chiave immersiva fatta di collegamenti: quei viaggi in cui inevitabilmente siamo tutti collegati, attraverso i computer, attraverso Internet, attraverso le proprie esperienze.

Da questo approccio nascono gli “NFTrelacional”, opere fisiche che diventano poi virtuali e da cui viene prodotto il Metaverso del Floating Studio; letteralmente uno studio fluttuante che nasce dalla riproduzione che Manetas, già fondatore di NEEN, il primo movimento artistico del XXI secolo, realizza sulle pareti degli spazi espositivi di turno con una pittura leggera, delicata, a base di sapone e pigmento.

“Manetas è un mutante laddove l’inquieta sintesi formale dell’artista greco diventa esperienza liquida dell’arte come della vita”, precisa il curatore Massimo Sgroi. E continua: “Nel processo di adattamento del suo lavoro artistico egli comprende due lezioni fondamentali: la prima è che la definizione dei processi artistici derivano da una filosofia che ne definisce i parametri. L’altra è che tutto è in continuo mutamento, appunto nel passaggio dal pensiero all’azione artistica”.

Lanciato a Parigi e al Museo MAXXI – L’Aquila, Miltos Manetas – Floating Studio/Collegamenti è quindi un progetto itinerante che arriva nelle sale della Andrea Nuovo Home Gallery con inediti dipinti a olio di varie dimensioni, in cui gli avatar prendono forma concreta su tela e le pareti invece, diventano architetture, anche virtuali, in cui ogni angolo diventa il terzo studio fluttuante in Europa dell’artista.

I due mondi paralleli, tra reale e virtuale, si sovrappongono e per identificarsi, bisogna necessariamente relazionarsi per creare nuove forme di interazione e interpretazione (manetas.com/floatingstudio). Per generare nuovi collegamenti. Durante il periodo espositivo è prevista una perfomance dell’artista; maggiori dettagli saranno condivisi sui canali social ufficiali della galleria.

«Il viaggio esplorativo presuppone una esperienza che è, nella sua forma attualizzata, assolutamente diversa da tutto ciò che l’umano abbia mai esperito. Ma, al contempo, risente dell’idea dei collegamenti di Socrate e dei miti virtuali platonici; come dire: abbiamo reso concreto ciò che per la filosofia greca era solo “virtuale”.

La radice artistica del lavoro di questa mostra di Miltos Manetas si trova sulla frontiera che collega il cyberspace di Gibson alla definizione di site di Platone inteso come totalità delle possibili relazioni geometriche, o a quello di Aristotele in cui lo spazio è la somma generalizzata di tutti i luoghi, virtuali compresi. Questo concetto non cambia per Manetas in relazione alle tecniche che usa, sia la pittura, il video, l’installazione, la performance, la fotografia, il videogame o gli NFT, piuttosto è l’idea fluida che attraversa tutto il suo lavoro e che lo rende continuamente mutogeno.

Manetas è un mutante laddove l’inquieta sintesi formale dell’artista greco diventa esperienza liquida dell’arte come della vita. Nel processo di adattamento del suo lavoro artistico egli comprende due lezioni fondamentali: la prima è che la definizione dei processi artistici derivano da una filosofia che ne definisce i parametri. L’altra è che tutto è in continuo mutamento, appunto nel passaggio dal pensiero all’azione artistica.

In questa mostra Manetas recupera una dei progetti che lo hanno reso quasi unico nel mondo dell’arte: quello dei collegamenti del 1992 (idea che deriva, appunto, dalla filosofia di Socrate); esiste un muro che è parete metaforica delle sue pitture/idee ed esistono i collegamenti che si evolvono attraverso la liquidità dei colori; non a caso l’artista greco usa dei materiali lavabili che rendono i landscape, dipinti sulle pareti dell’Andrea Nuovo Home Gallery, continuamente in evoluzione. Allo stesso tempo egli ridefinisce il concetto di spazio adattandolo alle strutture estetiche e formali del mondo contemporaneo, proprio nel momento esatto in cui stiamo trasformando la Biosfera in Noosfera. La sintesi è un rito di passaggio in cui la mostra è solo la fotografia del mutamento.

Le opere, in particolare i quadri avatar che rappresentano il nostro doppio nel cyberspace, sono talmente dipendenti l’una dall’altra da definire (esattamente nel paradosso della loro non definizione) il metaverse dell’esistenza contemporanea. E, se per Neal Stephenson era una visione futuristica del mondo dominato dal web, per Manetas è il rumore di fondo dell’intero pianeta; tutto vive, esiste e si muove sul nuovo orizzonte del confine ibrido».

Massimo Sgroi