Riccardo Dalisi – Un’esca a catenelle

…In ogni essere, in ogni cosa (e in ogni cosa in noi) agiscono contemporaneamente molte presenze […]. Tutto ciò in unità (e non sempre) con alterne dominanze. Ogni struttura ha il suo ritmo e dunque la sua geometria, esplicabile come tale. Ognuna di esse si dinamizza, sviluppa e genera situazioni e ne genera altre […] Fare l’esperienza del far uscire una forma o una figura dalle proprie mani a contatto con lamateria. Sperimentare la continuità tra cuore, mano, mente, materia, forma nascente”.

R. Dalisi

Dopo l’importante retrospettiva “Radicalmente” al museo MAXXI (Roma) di Riccardo Dalisi, la proposta dell’Andrea Nuovo Home Gallery viene ad aggiungere un ulteriore tassello per esplicitare la visione utopistica, il linguaggio complesso e allo stesso tempo elementare – di avanguardia in definitiva – che connota la vasta produzione di Dalisi.

In un’esca a catenelle ogni figura, sagoma o forma attira l’altra, innescando nello spettatore o meglio nell’interlocutore (sulla scia di una comunicazione empatica con il pubblico), uno sguardo quasi avido, onnivoro, in un continuum di sensazioni tra meraviglia e stupore. “Con un rapido colpo di umido, il dito intinto in po’d’acqua, ecco, il tocco pittorico sull’inchiostro che si espande come vuole con riflessi sempre diversi…”.(R. Dalisi).

La mostra presenta una selezione di 36 opere, realizzate prevalentemente tra gli anni 2011 e 2017, dalle quali si evince una ricerca di nuovi valori sia nelle forme che nel gioco cromatico, nel segno di una sperimentazione quasi frenetica dove il gesto e l’impulso vitale dell’artista acquisisce una dimensione più immediata e comunicativa, quasi euforica, più vicina ai sensi, allontanandosi ancora un gradino dall’universo oggettivamente controllato del design e della dialettica razionale.

Il progetto espositivo comprende sculture di piccolissimo, medio e grande formato, e pitture e disegni su carta per lo più inediti. In ogni lavoro appaiono figure impossibili oppure semi-possibili che esprimono l’ibridazione, la libertà di pensiero, la fantasia e lo spirito anticonformista e radicale di colui che diede loro vita. Il periodo di gestazione delle opere esposte coincide anche con la nascita dell’Archivio d’Arte di Dalisi, ideato e curato da Andrea Nuovo, risorsa fondamentale perchè è la memoria di un luogo speciale (l’antro nelle parole di Riccardo), un punto di osservazione distaccato dal mondo esterno, più una condizione mentale che uno spazio legato all’esercizio dell’arte.

Per Dalisi non esistono materiali inutili o brutti: la latta, il forex, la carta di imballaggio o di caramella, gli oggetti in disuso e persino declassati – anche materiali inconsueti come il caffè – sono per lui semplicemente materia che attende solo di ricevere un alito di vita, di essere tramutata. Dalisi la dota di una voce che partecipa all’immensa orchestra delle sue chimeriche creature che emergono da segmenti, che si muovono danzando in diverse direzioni: sono parte di uno “uno spazio che si agita aritmicamente come una musica”(R. Dalisi). Un’estetica quindi che non ha nulla a che fare con schemi collaudati, che non risponde a regole fisse, anzi le rifiuta per dare via libera all’autogenerazione e al rinnovamento costante.

Instancabile e ironico narratore del nostro tempo, Dalisi si circondava delle sue opere, le voleva vicine, con la loro carica poetica, con i propri valori simbolici e con la propria identità, un’estensione di sé stesso in tutte le sue possibili ed impossibili declinazioni.