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Paolo La Motta

An Intimate Eye

dal 4 Ottobre 2025

Opening 4 Ottobre, h 11:00 – h 19:00

An Intimate Eye, fa riferimento ad uno sguardo romantico ed introspettivoma ancorato alla realtà degli ambienti e dei personaggi che vi compaiono. Come osservatore attento e onnipresente, così l’artista, scatta istantanee e fissa momentinella voragine del quotidiano, fermandosi nel vissuto di ogni luogo connotato dalle tracce e dai segnidell’individuo nel suo passaggio. Tuttavia ad occupare il posto centrale del racconto nelle opere dell’artista non è la presenza tangibile dell’uomo ma il suo esatto opposto, ovvero, la sua caducità, la labilità dell’esistenza che obbliga a rimemorare e trascendere, accettando la chimera dell’eternità.

La Mottaè noto sia per la sua opera pittorica sia per quella scultorea, ritrae e modella – senza illustrare – i paesaggi urbani, i suoi contorni e colui che ci abita. In mostra 20 nuovi lavori pittorici dell’artista nei quali gli spazi intimi e collettivi, sono enfatizzati nella loro autonomia espressivarestituendo all’osservatore frammenti eterogenei dell’immaginario odierno in una chiave di letturache racchiude richiamipersistenti e circolari fra gli elementi ivi presenti. Il suo è un linguaggio pieno di figure metaforiche, un costrutto di stratificazione semantica, grafica ed evocativacome in “The green Room”, dove pur riconoscendone la connessione e familiarità tra i soggetti, si viene trasportati in un universo possibile e lontano. Ogni stesura pittorica, velatura e tratto abbozzato è allo stesso tempo una allegoria, che evocaun’immagine mentale e ricostruisceuna esperienza condivisa come in“Arazzo”, dove l’artista invita a intraprendere un viaggio alla scoperta di luoghi che albergano piccoli ritagli della storia dell’uomo. In “Donna in azzurro” o in “Parete gialla” appare un chiaro tracciato psicobiologico ad indicare una scia che deve essere ripercorsa ed esperimentata da colui che si trova davanti. Perché è infatti questo ciò che accade con le opere di La Motta, Ognuna di loro è un sistema narrativo a catena, costruito per gradi di astrazione, che spinge ad entrare, smontare e riassettare l’ingranaggio sottostante che esula della materia pittorica e dalla pennellata.

Le matrici immaginarie di La Motta – compresi il cinema e la musica – si intersecano e si traducono in un sincretismo articolato da un corpus di messaggi e di significati latenti che si celano nelle elaborazioni compositive delle sue opere. La sua cifra si trova proprio nella qualità pittorica, nella tavolozza volutamente ridotta e nel ricorso ad un linguaggio diretto e sintetico dai quali emerge un gioco di ombre deformate, sfaccettature ed angolazione, dove nulla è veramente ciò che sembra perché ogni elemento è incastrato ad una storia recente oppure ad uno spazio e tempo lontani. Il gesto, la materia e lo sguardo curioso stabiliscono un dialogo orizzontale con l’osservatore che viene chiamato a scoprire i vincoli sopra testuali e atemporali presenti nei suoi lavori.

Vi invitiamo inoltre a visitare la vetrina del Teatro Bellini (via Conte di Ruvo, 14, Napoli) che, dal 26 Settembre 2025 ospiterà Platea progetto espositivo in collaborazione tra l’Andrea Nuovo Home Gallery e il Teatro Bellini. Un’idea congiunta che prevede un format espositivo dinamico e transitorio, nel quale, si alterneranno artisti di diversa forgia e provenienza e che, ha come obiettivo enfatizzare l’interdipendenza e trasversalità che definisce le svariate sfere del mondo dell’arte contemporanea. In mostra Unleash Words un’installazione di Paolo La Motta creata appositamente come prima messa in scena di questo progetto.

Su questo lavoro in mostra al Teatro Bellini l’artista racconta: “l’opera nata in poco tempo nasce da una suggestione avuta da un opera di Jeff Wall, il quale a sua volta si ispira ad una xilografia di Hokusay, leggerezza e spazialità si uniscono ad un gesto   dissacratorio, diventando un omaggio al mondo del teatro attraverso la figura di un grande artista, Tonino Taiuti, caro amico e figura emblematica, interprete puro di un teatro sempre in amoroso conflitto con la tradizione, da Neiwiller a Ruccello fino a Moscato, tutto passa attraverso Tonino.

Comporre l’opera mi ha molto divertito, nata in maniera spontanea e giocosa, diventa anche   un omaggio al futurismo, infatti a mia insaputa, quasi a lavoro finito, scopro una registrazione video, dove Carmelo Bene recita il manifesto futurista di Marinetti lanciando i fogli del testo in aria, e sarà lo stesso Tonino Taiuti a segnalarmelo, una divertente e piacevole coincidenza …. e per chiudere per dirla alla Palazzeschi …  lasciatemi divertire!”. 

An Intimate Eye refers to a romantic and introspective gaze but anchored in the reality of the environments and characters that appear there. As an attentive and omnipresent observer, the artist takes snapshots and captures moments in the chasm of everyday life, stopping on the experience of each place marked by the traces and signs of the individual as he passes by. However, what occupies the central place in the artist’s works is not the tangible presence of man but its exact opposite: his transience, the lability of existence that forces us to remember and transcend, accepting the chimera of eternity.

La Motta is known for both his pictorial and sculptural work, he portrays and models –without illustrating– urban landscapes, its contours and the one who lives there. On display are 20 new pictorial works by the artist in which intimate and collective spaces are emphasized in their expressive autonomy, returning heterogeneous fragments of today’s imagination to the observer in an interpretation that contains persistent and circular references between the elements present there. His language is full of metaphorical figures, a construct of semantic stratification, graphic and evocative, as in “The Green Room”, where, while recognizing the connection and familiarity between the subjects, one is transported to a possible and distant universe. Each layer of paint, wash, and sketch is simultaneously an allegory, evoking a mental image and reconstructing a shared experience, as in “Arazzo,” where the artist invites on a journey to discover places that hold small fragments of human history. In “Donna in azzurro” or in “Parete gialla” a clear psychobiological path appears to indicate a trail that must be retraced and experienced by the person standing in front of it. Because this is in fact what happens with La Motta’s works: each of them is a narrative chain system, constructed through degrees of abstraction that push to enter, dismantle and rearrange the underlying mechanism that goes beyond the pictorial material and the brushstroke. La Motta’s imaginary matrices – including cinema and music – intersect and translate into a syncretism articulated by a corpus of messages and latent meanings that are hidden in the compositional elaborations of his works. His signature is found precisely in the pictorial quality, in the deliberately reduced palette and in the use of a direct and synthetic language from which emerges a play of deformed shadows, facets and angles, where nothing is truly what it seems because each element is stuck to a recent history or to a distant space and time. The gesture, the material and the curious gaze establish a horizontal dialogue with the observer who is called to discover the supra-textual and timeless constraints present in his works.

We also invite you to visit the Teatro Bellini (Via Conte di Ruvo, 14, Naples), which, starting September 26, 2025, will host Platea, an exhibition project in collaboration between the Andrea Nuovo Home Gallery and the Teatro Bellini. This joint initiative envisions a dynamic and transitional exhibition format, featuring artists of diverse backgrounds and origins, and aims to emphasize the interdependence and transversality that define the diverse spheres of the contemporary art world. On display is Unleash Words, an installation by Paolo La Motta created specifically as the first staging of this project.

About this work, on display at the Teatro Bellini, the artist explains: “This work, which was created in a short time, was inspired by a work by Jeff Wall, which in turn was inspired by a Hokusai woodcut. Lightness and spatiality combine with an irreverent gesture, becoming a tribute to the world of theater through the figure of a great artist, Tonino Taiuti, a dear friend and emblematic figure, a pure interpreter of a theater always in loving conflict with tradition, from Neiwiller to Ruccello to Moscato, everything passes through Tonino

Composing the work was a lot of fun; it was born spontaneously and playfully, and it also became a tribute to Futurism. In fact, unbeknownst to me, almost when the work was finished, I discovered a video recording of Carmelo Bene reciting Marinetti’s Futurist Manifesto while throwing the pages of the text into the air. Tonino Taiuti himself pointed it out to me, a funny and pleasant coincidence… and to close, to quote Palazzeschi… let me have fun!”

© Andrea Nuovo Home Gallery - P.IVA 10339871211
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