Mikael Siirilä

Biografia

«Credo ancora nell’immagine a sé stante, intenzionale e iconica. Le mie fotografie appaiono impenitentemente poetiche, tranquille e meditative. A causa delle dimensioni, chiedono allo spettatore di avvicinarsi e prendere coscienza dell’immagine come oggetto. Soggetti frammentati, a volte oscurati e ritagliati indirizzano lo spettatore a sentire la presenza al di fuori dei bordi dell’immagine».

Nato a Helsinki nel 1978, ha studiato fisica e filosofia teoretica all’Università di Helsinki. Mikael Siirilä è un artista della camera oscura e un imprenditore del design. Sin dagli anni ’90 studia e perfeziona le tecniche fotografiche avvicinandosi alla fotografia come una pratica lenta e riflessiva. Le immagini riduzioniste di Mikael si concentrano sui dettagli e i frammenti. I suoi soggetti appaiono disconnessi dal tempo e dai luoghi identificabili. Il suo stile visivo può essere riconosciuto dalla pronunciata grana della pellicola, che domina elementi neri e bordi dell’immagine come fonte di mistero e significato. Il suo lavoro ruota attorno a temi come l’estraneità, l’assenza e la presenza: «Raccolgo frammenti e osservazioni autentiche della mia vita quotidiana e dei miei viaggi e li ricontestualizzo in camera oscura. Cerco immagini singolari e autonome che resistano all’espressione narrativa e verbale. Il mio obiettivo è evocare un senso di calma, riflessione e il je-ne-sais-quoi». Mikael lavora esclusivamente con pellicole in bianco e nero, il tea-toned e con il procedimento alla gelatina d’argento: «Lavoro esclusivamente con il procedimento della gelatina d’argento. Uso la sovraesposizione, lo sviluppo ad alta acutezza e la luce blu pura per pronunciare la grana della pellicola e creare un aspetto grafico. Uso elementi neri dominanti e spazi negativi per ridurre i soggetti all’essenziale e propendere per l’astratto. Il caldo tono dorato-avorio con i tannini del tè rende le immagini familiari e avvicinabili». La camera oscura gli permette di accostarsi alla fotografia come a un oggetto fatto a mano. Piccole variazioni nelle edizioni stampate rivelano il tocco dell’artista, una rarità nell’era dell’imaging digitale. Inoltre, preferisce creare opere di dimensioni ridotte che invitano lo spettatore ad avvicinarsi facendo si che lo studio dell’immagine diventi intimo. Le opere di Mikael mostrano l’influenza della fotografia degli anni ‘70, della fotografia giapponese e di maestri come André Kertész, Saul Leiter, Ralph Gibson, Masao Yamamoto e Renato D’Agostin. Inoltre, nelle sue composizioni compaiono evidenti tratti del design grafico e delle arti visive.

L’artista osserva l’ambiente e si muove in esso cercando di cogliere sfumature uniche,  incontaminate, effimere. Le immagine, sono anche un mezzo mediante il quale lui – o qualsiasi altro individuo – scopre nuove dimensioni di se stesso: «Le mie immagini sono osservazioni in senso stretto, catturate con minima o nessuna interferenza con i soggetti. Questo prerequisito ontologico posiziona il mio sguardo come un estraneo. Le immagini non sono il risultato dell’immaginazione o di una rappresentazione creativa, ma piuttosto un riconoscimento e una risposta soggettivi, un’espressione di sé. Faccio immagini in cui posso perdermi, nel disperato tentativo di vedere di più, sentire di più e vivere di più».

Siirilä è membro del collettivo internazionale AllFormat. È cofondatore e visual designer di Innome Oy (2000-2006) e visual designer di Nordenswan & Siirilä Oy (2006-2022). Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive, tra cui: InCadaqués Festival, Spagna, 2022; PHOTO Cult magazine, Italia 2021; Zero Pixel Festival, Italia 2021; The Hand Magazine, USA 2021; Collective Paper, Danimarca; Hippolyte Korjaamo, Finlandia; Photo museums; Jaani Seegi galerii, Estonia; Shoot It With Film, online/USA 2020; Zero Pixel Festival, Italia 2020. Tra le pubblicazioni: Black + White Photography, WB Interview, 2023; L’immagine più che la forma, Fotocult, Giugno 2021; The Hand Magazine – Interview, 2021; Analog Magazine, Svizzera 2019; LEON magazine, Finlandia 2017; Fisheye Magazine, online, Francia.

Biography

«I still believe in the standalone picture, intentional and iconic. My photographs appear unapologetically poetic, quiet and meditative. Due to size, they ask the viewer to lean in and become aware of the image as an object. Fragmented, sometimes obscured and cropped subjects direct the viewer to feel presence outside the picture’s edges».

Born in Helsinki in 1978, he studied physics and theoretical philosophy at the University of Helsinki. Mikael Siirilä is a darkroom artist and design entrepreneur. Since the 90s he has been studying and perfecting the photographic techniques of the darkroom. He approaches photography as a slow-paced and reflective practice. Mikael’s reductionist images focus on details and fragments. His subjects appear disconnected from time and identifiable places. His visual style can be recognised by the pronounced film grain, dominating black elements and image edges as a source of mystery and meaning. His work revolves around themes such as outsiderhood, absence and presence: «I collect fragments and authentic observations from my daily life and travels and recontextualise them in the darkroom. I seek singular self-contained images that resist narrative and verbal expression. I aim to evoke a sense of calm, reflection and the je-ne-sais-quoi». He works exclusively with black & white film, tea-toned and the silver gelatin process: «I work exclusively with the silver gelatin process. I use overexposure, high acutance development and pure blue light to pronounce film grain and craft a graphic look. I use dominating black elements and negative spaces to reduce subjects to their essentials and lean towards the abstract. The warm golden-ivory toning with tea tannins helps the images feel familiar and approachable». The darkroom allows him to approach the photograph as a handmade object. Small variations in print editions reveal the artist’s touch, a rarity in the age of digital imaging. Furthermore, he prefers to create small-scale works that invite the viewer to come closer. Making the study of the image become intimate. Mikael’s works show the influence of 1970s photography, Japanese photography and masters such as André Kertész, Saul Leiter, Ralph Gibson, Masao Yamamoto and Renato D’Agostin. Furthermore, evident traits of graphic design and visual arts appear in his compositions.

The artist observes the environment and moves within it trying to capture unique, pristine, ephemeral nuances. Images are also a means by which he too – or any other individual – discovers new dimensions of himself: «My pictures are observations in a strict sense, captured with minimal if any interference with the subjects. This ontological prerequisite positions my gaze as an outsider. The pictures are not the result of creative imagination or representation but rather a subjective recognition and response, self-expression. I make pictures I can become lost in, in a desperate attempt to see more, feel more and live more».

Siirilä is a member of the international AllFormat Collective. He is a Co-founder and visual designer, Innome Oy (2000-2006) and Visual designer, Nordenswan & Siirilä Oy (2006-2022). He has participated in several solo and group exhibitions, including: InCadaqués Festival, Spain, 2022; PHOTO Cult magazine, Italy 2021; Zero Pixel Festival, Italy 2021; The Hand Magazine, USA 2021; Collective Paper, Denmark; Hippolyte Korjaamo, Finland; Photo museums; Jaani Seegi galerii, Estonia; Shoot It With Film, online/USA 2020; Zero Pixel Festival, Italy 2020. Among the publications: Black + White Photography, WB Interview, 2023; L’immagine più che la forma, Fotocult, June 2021; The Hand Magazine – Interview, 2021; Analog Magazine, Switzerland 2019; LEON magazine, Finland 2017; Fisheye Magazine, online, France.

Available Works